di Sabrina Varani | Italia, 2017, 67′
DAL 22 GENNAIO
Anteprima alla Casa del Cinema, alla presenza della regista e della protagonista
In occasione del Giorno della Memoria
Produzione: AAMOD Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, B&B Film, Istituto Luce Cinecittà
Distribuzione: Istituto Luce Cinecittà
Presentato Fuori Concorso al Festival di Torino 2017
Brani tratti dal romanzo “Sangue giusto” di Francesca Melandri, edito da Rizzoli Libri, letti dall’attrice Valentina Carnelutti.
Con Francesca Melandri
SINOSSI
Per scrivere il suo ultimo libro “Sangue giusto”, la scrittrice italiana Francesca Melandri affronta per la prima volta l’eredità del padre, aderente al fascismo durante il ventennio. Un passato che le era sconosciuto e che, attraverso ricerche in Italia e in Etiopia, la figlia indaga e rielabora per il suo nuovo romanzo, confrontandosi infine con le rimozioni della memoria di un paese e del suo passato coloniale.
CALENDARIO
Lunedì 22 Gennaio ore 20.30 > Casa del Cinema – Roma
Mercoledì 24 Gennaio ore 18.30 > Auditorium Lilliu – ISRE – Nuoro
Mercoledì 24 Gennaio ore 21.30 > Cinema Beltrade – Milano
Venerdì 26 Gennaio ore 19.30 > Cinema Astra – Napoli
Sabato 27 Gennaio ore 18.15 > Cinema Lumière – Cineteca di Bologna
Domenica 28 Gennaio ore 19.00 > La Compagnia – Firenze
Lunedì 29 Gennaio ore 19.00 > Cinema Rouge et Noir – Palermo
SINOSSI LUNGA
All’origine del nuovo romanzo che la scrittrice Francesca Melandri sta preparando, vi è l’urgenza personale di fare luce sulla propria figura paterna.
Francesca è a conoscenza dell’adesione giovanile del padre al regime fascista.
Tuttavia, dai racconti familiari, sa anche che Franco, come molti, ha subito una profonda conversione antifascista durante la guerra, in particolare di fronte alla tragedia della campagna di Russia.
Il ritrovamento negli archivi di un articolo che porta la firma del padre rivela però una realtà molto diversa.
In cerca di risposte, la scrittrice si avventura in altre leggende, più collettive e pubbliche, quelle legate alla guerra d’Abissinia, poco raccontata alla generazione post-bellica e tradizionalmente rappresentata come un’occupazione bonaria e praticamente indolore. La sua ricerca, condotta attraverso un viaggio in Etiopia, testimonianze dirette e studio delle fonti storiche, racconta invece un’altra storia, fatta di stragi sanguinose e violenze efferate.
Francesca studia e indaga per cinque anni, elaborando le sue conoscenze in una narrazione complessa, che intreccia il nostro passato coloniale con l’Italia intollerante e razzista di oggi, riscoprendo dolorosamente i nostri legami culturali con quell’ideologia violenta, mai realmente debellata alla radice, che, come un fiume carsico, vediamo riemergere nel nostro presente.
Il film è il racconto di questa ricerca, che intreccia passato e presente, rimozioni private e pubbliche, e del processo creativo che trasforma la realtà biografica e storica in letteratura.
COMMENTO DELLA REGISTA – SABRINA VARANI
Il film è nato sull’onda di un’intuizione, quella di raccontare cosa ci sia dietro la scrittura, di quale materia prima interiore siano fatte le parole che formano un racconto. Soprattutto, volevo provare a farlo non a posteriori, ma mentre il romanzo si sta formando.
Ben presto mi sono confrontata con l’enormità del tema storico che Francesca era andata a toccare, quello di un periodo relativamente recente di cui io come italiana mi scoprivo del tutto all’oscuro. Confrontandomi con la mia ignoranza e capendo che non si trattava solo di una mia carenza ma di una rimozione collettiva, ho cercato un linguaggio personale per raccontare la Storia in soggettiva, dal punto di vista cioè di qualcuno che come me scopriva un passato scomodo, vergognoso, di cui genitori o nonni sono stati complici e di cui non ci hanno mai parlato.
La scelta quindi è stata quella di un racconto impressionista e non lineare, cercando sempre un punto di osservazione personale, mediato dalla soggettività di Francesca e della sua personale esplorazione.
In quest’ottica ho scelto di usare le immagini d’archivio dell’Istituto Luce e dell’AAMOD come se fossero visioni di oggi per creare una vicinanza al passato invece che una distanza, cercando una commistione di piani temporali, in una compresenza di passato e presente. Nel film memoria personale e memoria collettiva si compenetrano, un piano sostiene l’altro. Viaggiamo con la scrittrice nel suo e nel nostro passato, accompagnati dalle parole del romanzo, ormai scritto, che ci guida nel tempo e nei luoghi, familiari o sconosciuti.
Il confronto di Francesca con suo padre, oltre che significativo di per sé, diventa anche una rappresentazione della nostra necessità di confronto con il passato, di noi italiani con la nostra storia fascista non sufficientemente elaborata, ma forse anche di noi europei con il resto del mondo, della necessità di riflettere sulle relazioni costruite nei secoli con altri popoli e sulle loro conseguenze nell’oggi.